martedì 21 febbraio 2012

Prima che sia troppo tardi

Apprendiamo dalla stampa che anche il nostro comune sarà compreso in un'area di ricerca di petrolio e gas naturale mediante indagine sismica e trivellazioni esplorative. Fortunatamente sono escluse le tecniche più invasive come le microesplosioni e le perforazioni all'interno dei parchi regionali (ci mancherebbe altro!) ma è comprensibile la preoccupazione che serpeggia tra i vedanesi memori dell'esperienza negativa degli anni '90 quando un pozzo sorse nella piana tra Vedano e Binago con un traffico di trasporti eccezionali che transitava soprattutto nel nostro paese. Sappiamo come andò a finire: dopo estenuanti ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato per la presenza di pozzi di acqua potabile a pochi metri di distanza la società di allora venne costretta a ripristinare l'area sopra cui adesso sorge un agriturismo. Ci auguriamo però che questa volta ci si preoccupi prima, non a cose fatte, iniziando innanzitutto a informare la popolazione e inviando tutte le osservazioni del caso a Regione Lombardia come previsto dalla normativa. Poiché al momento sul paludato sito comunale non viene riportato alcunché, vi anticipiamo la lettera che è stata inviata ai comuni oggetto della ricerca. Certo, rassicuriamo i nostri concittadini che faremo tutto il possibile affinché l'ambiente, il paesaggio e la salute dei cittadini siano tutelati ma come contribuenti ci aspetteremmo che la macchina comunale composta da una pletora di tecnici, assessori, sindaco, vicesindaco e consiglieri si rimboccassero le maniche.

martedì 7 febbraio 2012

Si può fare (ben) di più

Il pozzo 3 di Vedano Olona alla Celidonia

Iniziamo dalle buone notizie. Finalmente a distanza di quasi un mese dalla presentazione della nostra interrogazione urgente, è arrivata la risposta ufficiale. I rifiuti sembrerebbero siano stati rimossi in collaborazione con il confinante comune di Malnate (come del resto avevamo suggerito dopo le polemiche dichiarazioni stampa dell'assessore): i liquami infatti non seguono certo i confini amministrativi. Per evitare che questo problema si ripresenti sembrerebbe che verrà accolto il nostro suggerimento di limitare il traffico nella zona con il posizionamento di due sbarre. Qualche speranza invece per gli abitanti attorno a via Venegono per cui, a seguito della nostra segnalazione, prosegue la ricerca delle cause del problema dell'acqua rossastra, finora senza esito.
Fine delle notizie positive. Le sacrosante misure preventive e dissuasive finiscono qui: siccome la legge non impone cartelli, anziché segnalare che la zona è una zona sensibile oltre che di rilevante interesse pubblico, si è perso tempo a cercare esempi negativi di altri comuni anziché usare il buon senso. Sarebbe opportuno invece che, a cartelli di divieto di scarico rifiuti con le sanzioni previste in caso di inosservanza, venissero affiancati quelli delimitanti le zone di rispetto nonché quelli identificativi dei pozzi e dell'acquedotto (come avviene del resto a 30 metri di distanza per il pozzo n. 7 di Malnate). Certo, visto lo stato in cui sono ridotti, forse ce ne si vergogna un poco. Eppure sarebbero opere pubbliche di cui andare fieri.

Il pozzo n. 7 di Malnate
I cartelli del pozzo di Malnate
Quanto al resto, dalla rimozione dei graffiti fino alla riparazione della vasca della Baraggia (che farebbe tra l'altro risparmiare dei soldi), gli interventi di manutenzione straordinaria "chiaramente improrogabili" per la messa in sicurezza degli acquedotti, la tubazione di via Verdi e il generatore per le emergenze non ci sono i soldi, il patto di stabilità non lo consente. A dir la verità questo lo dice l'ufficio tecnico, che non si occupa di finanze pubbliche, a conferma di una certa confusione di ruoli. Comunque è il solito ritornello che fa da paravento quando si tratta di opere necessarie ma non appariscenti quanto lo spostamento di campi da tennis o l'abbellimento di piazze. Per questi interventi una soluzione la si trova sempre.