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Il pozzo 3 di Vedano Olona alla Celidonia |
Iniziamo dalle buone notizie. Finalmente
a distanza di quasi un mese dalla presentazione della
nostra interrogazione urgente, è arrivata la
risposta ufficiale. I rifiuti sembrerebbero siano stati rimossi in collaborazione con il confinante comune di Malnate (come del resto avevamo suggerito dopo le polemiche
dichiarazioni stampa dell'assessore):
i liquami infatti non seguono certo i confini amministrativi. Per evitare che questo problema si ripresenti sembrerebbe che verrà accolto il nostro suggerimento di limitare il traffico nella zona con il
posizionamento di due sbarre. Qualche speranza invece per gli abitanti attorno a
via Venegono per cui, a seguito della nostra segnalazione,
prosegue la ricerca delle cause del problema dell'acqua rossastra, finora senza esito.
Fine delle notizie positive. Le sacrosante misure preventive e dissuasive finiscono qui: siccome la legge non impone cartelli, anziché segnalare che la zona è una zona sensibile oltre che di rilevante interesse pubblico, si è perso tempo a cercare esempi negativi di altri comuni anziché usare il buon senso. Sarebbe
opportuno invece che, a cartelli di divieto di scarico rifiuti con le sanzioni previste in caso di inosservanza, venissero affiancati quelli delimitanti le zone di rispetto nonché quelli identificativi dei pozzi e dell'acquedotto (come avviene del resto a 30 metri di distanza per il pozzo n. 7 di Malnate). Certo,
visto lo stato in cui sono ridotti,
forse ce ne si vergogna un poco. Eppure sarebbero opere pubbliche di cui andare fieri.
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Il pozzo n. 7 di Malnate |
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I cartelli del pozzo di Malnate |
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Quanto al resto, dalla rimozione dei graffiti fino alla riparazione della vasca della Baraggia (che farebbe tra l'altro risparmiare dei soldi), gli interventi di manutenzione straordinaria
"chiaramente improrogabili" per la messa in sicurezza degli acquedotti, la tubazione di via Verdi e il generatore per le emergenze
non ci sono i soldi, il patto di stabilità non lo consente. A dir la verità questo lo dice l'ufficio tecnico, che non si occupa di finanze pubbliche, a conferma di una certa confusione di ruoli. Comunque è il solito ritornello che fa da paravento quando si tratta di
opere necessarie ma non appariscenti quanto lo spostamento di campi da tennis o l'abbellimento di piazze. Per questi interventi una soluzione la si trova sempre.
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